1. Corrispondenze cromatiche tradizionali dei Segni Zodiacali e dei Pianeti
Sull’attribuzione dei colori ai sette pianeti, la tradizione è piuttosto concorde. Ecco una lista delle attribuzioni tipiche:
L’incertezza maggiore è su Mercurio, che essendo pianeta dalla natura mista e convertibile, si è visto attribuire colori anche molto differenti, al punto che, alcuni astrologi tradizionali, hanno adottato la denominazione generica “colori misti”. Fin dal Medioevo, queste attribuzioni sono state messe in parallelo con i sette colori araldici, divisi in due “metalli” (Oro e Argento, cioè Giallo e Bianco) e in cinque “colori” o smalti colorati, come mostra lo schema (in Araldica ogni colore è indicato da un tratteggio specifico). A questi sette colori principali, l’Araldica aggiungeva talvolta l’Arancio.
Quest’ultimo fatto è degno di attenzione in quanto l’idea di individuare al massimo sette colori è una conseguenza della teoria classica del colore, che è una teoria di tipo lineare, nella quale i colori sono semplicemente pensati come gradazioni intermedie tra la luce bianca e il nero della totale oscurità. Come si vede dagli schemi seguenti, queste teorie o escludevano l’Arancio o escludevano il Viola nelle loro classificazioni cromatiche, il che spiegherebbe l’attribuzione di entrambi questi colori a Mercurio che, in sistemi differenti, si vede attribuire sempre il colore più indefinito.
Inoltre, molta confusione sussiste tuttora sul colore “Viola”: è un termine assai ambiguo, in quanto alcuni lo intendono come Porpora (quindi un Rosso Magenta o Fucsia) altri come Violetto (quindi intermedio tra il Blu e il Rosso Magenta). Si noti anche il termine francese che l’Araldica usa per definire il colore di Saturno: sable, che è tradotto come “nero” ma propriamente significherebbe “color sabbia”. Al contrario, sull’attribuzione dei colori ai 12 Segni Zodiacali c’è discordanza quasi totale tra i vari autori. Riportiamo una lista che raccoglie le opinioni principali:
Come si può notare, la maggior parte delle attribuzioni cromatiche è stabilita in base al pianeta domiciliato nel Segno (il Signore del Segno). Ciò, di per sé, è un criterio valido ma spesso viene disatteso, perché i colori scelti vengono sovente alterati, in modo improprio e assai discutibile, da un impacciato tentativo di renderli in qualche modo analoghi alle tendenze caratteriali più vistose e scontate comunemente attribuite al Segno stesso. Infatti, l’Ariete e lo Scorpione hanno tonalità Rosse per il domicilio di Marte (ma naturalmente il “tenebroso” Scorpione “sporca” il Rosso col Nero o preferisce le tinte sanguinolente), il Toro e la Bilancia hanno il Verde per il domicilio di Venere (ma spesso unito al Rosa e alle “tinte pastello”, suggerite ingenuamente dal collegamento di Venere con l’affettività), il Cancro ha il Bianco (un po’ “argentato” o perlaceo) per il domicilio della Luna, così come il Leone ha il Giallo (naturalmente “dorato” e “caldo”) per il domicilio del Sole. Il domicilio di Giove in Sagittario e Pesci suggerisce tinte Azzurre o Blu, seppur con molte e bizzarre varianti, mentre il domicilio dell’oscuro Saturno penalizza soprattutto il Capricorno, a cui vengono attribuiti i colori più cupi e raccapriccianti, ma non l’Acquario che è in qualche modo “elettrizzato” dal domicilio che Urano – secondo l’Astrologia moderna – condivide con Saturno. Infine, nei Segni dominati da Mercurio – Gemelli e Vergine – regna la confusione più totale e sembra quasi che ogni tinta vada bene (ma sempre penalizzando la Vergine con tonalità poco invitanti, perché è un Segno che, in genere, piace poco nell’Astrologia popolare)! Data, a nostro parere, la quasi totale infondatezza di queste attribuzioni analogiche, riteniamo che sia assolutamente necessario procedere a una revisione radicale delle corrispondenze astrologiche dei colori. E per farlo non possiamo farci guidare dal gusto o dalle impressioni soggettive ma dobbiamo basarci su un criterio logico e rigoroso, che venga applicato univocamente e senza eccezioni.
2. Revisione delle Corrispondenze cromatiche astrologiche
Il criterio dal quale dobbiamo farci guidare per stabilire le giuste corrispondenze cromatiche in Astrologia è semplice ed evidente: il numero. Questa sarà l’equivalenza fondamentale sulla quale ci baseremo: 7 pianeti = 7 colori dello spettro = 7 note della scala diatonica 12 Segni zodiacali = 12 settori del cerchio cromatico = 12 semitoni compresi nell’ottava musicale. Queste equivalenze evidenziano immediatamente un errore tipico di tutte le attribuzioni tradizionali: i colori attribuiti ai Segni e ai pianeti devono essere rigorosamente solo tinte pure (colori saturi) del cerchio cromatico e dello spettro, cioè tinte corrispondenti ai colori primari, secondari, o alle loro sfumature intermedie. Ovvero, le attribuzioni non possono comprendere: 1) il bianco e il nero (né i vari grigi intermedi), che non sono colori in senso stretto ma solo presenza o assenza di luce; 2) né possono comprendere i colori terziari (come le varie sfumature del marrone), che risultano da varie mescolanze dei tre primari, o i colori schiariti (come il rosa, le tinte pastello, ecc.) o scuriti (come il rosso granata, il verde scuro, ecc.) o comunque qualsiasi tinta che sia insatura. Ciò è ovvio, in quanto i 7 pianeti e i 12 Segni rappresentano forze allo stato “puro”: tutti i colori terziari, schiariti, scuriti o insaturi potranno derivare solo dalla mescolanza successiva di queste forze (come un pianeta che transita in un Segno, un aspetto tra due pianeti, ecc.). Procediamo prima alla revisione delle corrispondenze cromatiche dei Segni Zodiacali: da qui dedurremo poi le corrispondenze cromatiche dei pianeti. La nostra proposta cercherà di tenere conto delle attribuzioni tradizionali (soprattutto di quelle dei pianeti, su cui gli autori sono per lo più concordi) ma solo quando queste rispettino i criteri che abbiamo enunciato. In generale, le teorie moderne del colore sono teorie di tipo circolare, ovvero dispongono le varie tinte in un cerchio cromatico a 12 settori, composto da: 1) i tre colori primari (rosso, giallo, azzurro o blu ciano); 2) i tre colori secondari, che risultano da una mescolanza equilibrata (½+ ½) dei primari (arancio = rosso + giallo; verde = giallo + azzurro; violetto = rosso + azzurro); 3) i sei colori intermedi tra primari e secondari, che risultano da una mescolanza di primari in cui uno dei due è in quantità doppia rispetto all’altro (2/3 di un primario + 1/3 dell’altro). I colori opposti sono complementari. (N.B. Si noti che il cerchio cromatico su cui ci basiamo è quello utilizzato nella teoria artistica del colore e teorizzato da J. Itten in “Arte del Colore” in cui il Rosso è considerato colore primario. Questo cerchio si differenzia da quello tipico delle teorie “scientifiche” del colore, che considerano primario, nella sintesi sottrattiva, non il Rosso ma il Magenta [Fucsia, Porpora]: si tratta del sistema CMYK [Cian, Magenta, Yellow, Key Black], utilizzato per la stampa in quadricromia). Lo schema seguente illustra il cerchio cromatico a 12 settori, con il triangolo dei primari (P) e dei secondari (S) al centro; sono indicati anche i colori caldi e quelli freddi. Per esigenze di spazio ci siamo serviti di sigle letterali per i 12 colori, di cui diamo la corrispondenza, indicando anche tra parentesi il nome più comune della specifica tinta.
L’idea di equiparare il cerchio cromatico a 12 settori con il cerchio dello Zodiaco, partendo dall’Ariete = Rosso primario e procedendo in senso antiorario, è stata proposta già più di un secolo fa dagli autori più attenti. Tuttavia questa equiparazione ci dà, per alcuni Segni zodiacali, dei risultati che contrastano palesemente con le caratteristiche del Segno e con il colore che la tradizione attribuisce al pianeta domiciliato.
Come mostra il seguente cerchio astrologico (che riporta anche i pianeti domiciliati nei Segni e la divisione in emiciclo solare e lunare), i colori si adattano molto bene ai Segni dispari o maschili dello Zodiaco: il Rosso all’Ariete, l’Arancio ai Gemelli, il Giallo al Leone, il Verde alla Bilancia, l’Azzurro al Sagittario, sono perfettamente in linea con la tradizione e con il pianeta domiciliato. Il Violetto all’Acquario, domicilio di Saturno, appare del tutto logico, visto che abbiamo escluso il Nero: si tratta comunque di un colore scuro, spesso collegato al lutto (Saturno) ma anche all’indipendenza e all’anticonformismo tipici dell’Acquario. (N.B. Tra l’altro, proprio questa corrispondenza convincente dei Segni dispari o maschili è una conferma del fatto che il cerchio cromatico da prendere in considerazione deve essere quello “artistico” o di Itten e non quello scientifico. Come si può vedere dal confronto dei due cerchi, se avessimo utilizzato il cerchio scientifico, saremmo stati costretti, per mantenere il settore Giallo in analogia col Leone, ad attribuire il Magenta [Fucsia, Porpora] all’Ariete e il Rosso ai Gemelli, cosa che ci sembra decisamente illogica e antitradizionale).
Se però tutto sembra funzionare bene per i Segni dispari o maschili, al contrario, per i Segni pari o femminili dello Zodiaco, il sistema ci porta a delle palesi contraddizioni. La più evidente è quella dell’asse Toro-Scorpione: le attribuzioni del Rosso-Arancio (Rosso Vermiglione) al Toro, domicilio di Venere (a cui la tradizione collega il Verde), e dell’Azzurro-Verde (Verde Turchese) allo Scorpione, domicilio di Marte (a cui la tradizione collega il Rosso), sono del tutto illogiche: funzionerebbero però bene se fossero scambiate. Anche il Rosso-Violetto (Magenta o Porpora) attribuito ai Pesci funzionerebbe bene se fosse scambiato lungo l’asse e fosse attribuito alla Vergine, perché il Porpora è uno dei colori che la tradizione dà a Mercurio, appunto domiciliato in Vergine (l’altro colore di Mercurio, l’Arancio, lo ritroviamo infatti nel suo domicilio in Gemelli). Inoltre, il Giallo-Arancio (Ocra Gialla) attribuito al Cancro sembra un colore troppo simile al Giallo del Leone, quando invece i due Segni, uno di Acqua e uno di Fuoco, sono notevolmente differenti. È proprio questo il difetto principale della proposta di attribuire i colori ai Segni secondo l’ordine del cerchio cromatico: l’alternarsi dei Segni maschili e femminili, che hanno caratteristiche ed elementi tra loro contrastanti (Acqua e Fuoco, Terra e Aria), viene invece rappresentata da un susseguirsi di tinte simili, che sfumano gradualmente l’una nell’altra. Cerchiamo quindi un’altra strada e vediamo che cosa succede se ci facciamo guidare dal suggerimento che ci dava l’asse Toro-Scorpione: proviamo cioè a scambiare tutte le attribuzioni cromatiche dei Segni femminili, seguendo le frecce che abbiamo indicato nel cerchio precedente. Il cerchio che otteniamo rappresenta, a nostro parere, le vere attribuzioni cromatiche dei Segni.
Cerchiamo di giustificare in dettaglio tutte queste attribuzioni (figura di destra):
- Le attribuzioni dei Segni maschili sono rimaste immutate e, come già detto, rispettano quelle tradizionali e quelle dei pianeti domiciliati; all’Acquario ben si accorda il Violetto per le ragioni già spiegate.
- Il Toro ha ora correttamente un colore di Venere: l’Azzurro-Verde o Verde Turchese (anche la tradizione dava talvolta al Toro, oltre al Verde, il Celeste).
- Analogamente, lo Scorpione ha ora un colore di Marte: il Rosso-Arancio o Rosso Vermiglione (e quindi non il Rosso scuro o Bordeaux, colore terziario, che gli attribuivano alcuni autori).
- La Vergine ha correttamente un colore di Mercurio: il Rosso-Violetto o Porpora (Magenta) (colore attribuitole anche, tra i classici, da Ibn Ezra).
- Il Cancro si vede attribuito l’Azzurro-Violetto cioè l’Indaco (Blu scuro): questo può stupire ma dobbiamo ricordare che il Bianco, che la tradizione dava al Cancro e alla Luna sua signora, va assolutamente escluso in quanto non è propriamente un colore. Se quindi attribuiamo il Giallo, cioè il colore più chiaro in assoluto, al luminare diurno, cioè al Sole, e al Leone, suo unico domicilio, ci sembra del tutto logico che l’Indaco, che è il colore più scuro di tutto il cerchio cromatico, vada attribuito al luminare notturno, quindi alla Luna, e al Segno del Cancro in cui essa ha il suo solo dominio (troviamo, tra i classici, in Al Biruni l’attribuzione del Blu alla Luna).
- Di conseguenza, il Capricorno, opposto al Cancro, avrà il colore complementare, cioè il Giallo-Arancio o Ocra Gialla. Questa è sicuramente l’attribuzione che più si discosta dalla tradizione: è vero che non possiamo dare al Capricorno il Nero, in quanto non è un colore, ma attribuirgli un colore così chiaro sembrerebbe ingiustificato. Eppure, il Capricorno, Segno di Terra e domicilio del terreo Saturno, che evoca le idee di rigidità, stasi e durezza, non sembra forse accordarsi bene con il colore che più di tutti fra i 12 dà origine alla serie delle Ocre, utilizzate proprio per dipingere la terra e la sabbia? Inoltre, non dobbiamo dimenticare che il termine araldico del colore attribuito a Saturno era per l’appunto sable, color sabbia: è vero che è stato tradotto con “Nero” ma si trattava comunque di uno smalto utilizzato spesso in araldica per rappresentare la terra.
- Rimane il Giallo-Verde o Lime (Verde Limone) attribuito ai Pesci, complementare del Rosso-Violetto (Magenta o Porpora) attribuito all’opposta Vergine. Non si tratta certo di un’attribuzione tradizionale ma la tradizione è sempre stata estremamente vaga e contraddittoria sul colore dei Pesci. Riteniamo quindi che un colore così ambiguo, sfuggente e rapido a mutare (è sufficiente una minima quantità di Azzurro perché il Giallo viri immediatamente verso il Verde, così come appena il Giallo si intorbidisce diventa verdastro), un colore che evoca l’acqua limacciosa degli stagni (si ricordi che alcuni attribuivano ai Pesci il Verde Mare), ben si accordi con questo Segno (e anche con la natura umida di Giove, suo signore). (Sempre tra i classici, W. Lilly dà a Giove il “verde acqua o azzurro, viola, color cenere, giallo verdastro”).
Se ci accontentassimo delle ragioni sopraelencate la nostra proposta di riforma ricadrebbe nello stesso errore tipico della tradizione: attribuire i colori ai Segni basandosi su motivazioni empiriche e vaghe analogie tra il simbolismo del Segno e quello del colore. Dobbiamo quindi trovare una regola chiara e indiscutibile che giustifichi lo scambio delle attribuzioni dei Segni femminili: questa regola c’è ed è, ancora una volta, la regola musicale dell’intervallo di quinta giusta. Abbiamo detto che il cerchio dei 12 colori può essere paragonato alla successione dei 12 semitoni nell’ottava musicale. La successione dei 12 semitoni però non è analoga alla successione dei Segni zodiacali: i Segni non “sfumano” l’uno nell’altro come i 12 semitoni o i 12 colori del cerchio ma “saltano”, nel senso che le caratteristiche di un Segno sono assai differenti e contrastanti rispetto a quelle dei Segni attigui. Lo stesso fenomeno si verifica in musica quando passiamo dal cerchio dei 12 semitoni al circolo delle quinte: in questo circolo i suoni non sono più continui ma saltano secondo l’intervallo di quinta giusta, ordinandosi in una struttura che ci restituisce tutte le tonalità maggiori e minori nei loro rapporti gerarchici e che costituisce l’impalcatura di tutta l’armonia musicale. In altre parole, la successione dei 12 semitoni è una successione sì continua ma disarmonica, in cui tutti i suoni sono equivalenti; il circolo delle quinte è una struttura ordinata, armonica, in cui i suoni sono disposti nel loro corretto ordine logico, un ordine che evidenzia la precisa funzione di ogni suono all’interno del sistema. Se il cerchio dei 12 colori è analogo al cerchio dei 12 semitoni, il cerchio dello Zodiaco è analogo al circolo delle quinte. Di conseguenza, nello Zodiaco, anche i colori dovranno spostarsi secondo il salto di quinta: si viene così a produrre un cerchio cromatico a salti di quinta che riproduce esattamente lo scambio dei colori lungo gli assi dei Segni femminili, prima dedotto in modo puramente empirico.
Si noti infatti che l’intervallo musicale di quinta giusta comprende sì 5 note della scala diatonica, ma queste 5 note equivalgono a 7 semitoni, come mostra lo schema. Quindi, sia in musica che nella teoria dei colori, per passare dal cerchio cromatico continuo al cerchio a salti quinta è come se ci spostassimo di sette scatti in senso antiorario sulla circonferenza. Questo procedimento è esemplificato dagli schemi circolari successivi: il primo mostra il passaggio dal cerchio dei 12 semitoni al circolo delle quinte in musica, partendo dal DO (abbiamo disposto i suoni in senso antiorario per mantenere l’analogia con lo Zodiaco); nel secondo abbiamo operato lo stesso procedimento sul cerchio dei 12 colori, partendo dal Rosso (analogo all’Ariete). È evidente, in entrambi i casi, lo spostamento di 7 scatti sulla circonferenza, la quale, se si seguono le frecce, origina la stella a 12 punte (si noti, tra l’altro, che applicando lo stesso procedimento del salto di quinta ai cerchi di destra si ritorna all’ordine dei suoni o dei colori dei cerchi di sinistra). Abbiamo inoltre indicato i numeri da 1 a 12 per evidenziare come, nei cerchi a salti di 5°, i numeri pari si scambino tra loro mentre i numeri dispari rimangano al loro posto: è lo stesso ribaltamento che avviene lungo gli assi dei Segni femminili nello Zodiaco.
La tavola seguente mostra in esteso lo spostamento di sette scatti cromatici lungo il cerchio, ovvero il salto di quinta, che deve essere compiuto per assegnare a ciascun Segno zodiacale il suo colore corretto.
Qui vediamo la stessa tavola a colori in cui abbiamo indicato anche le note (e quindi le tonalità musicali) corrispondenti ai Segni zodiacali in base al circolo delle quinte, ipotizzando di partire dall’analogia DO = Sole = Leone = Giallo (questa tavola costituirebbe anche la base per un sistema completo di corrispondenze tra Astrologia, Colori e Musica, da svilupparsi in altra sede).
Dall’attribuzione corretta dei colori ai Segni zodiacali è facile ora dedurre quella dei pianeti. Nelle tavole precedenti si vede infatti che ogni pianeta, in base al Segno che governa, corrisponde a due colori (indicati nella colonna 1 dei sette scatti cromatici), ad eccezione dei luminari (Sole e Luna) che, avendo un solo domicilio, si vedranno attribuire un solo colore. Abbiamo detto che i 7 pianeti corrispondono alle 7 note della scala diatonica e ai 7 colori principali dello spettro. Il nostro sistema dà una perfetta distribuzione uniforme di questi 7 colori, infatti possiamo notare che a tutti i 7 pianeti è sempre attribuito un colore principale dello spettro a cui è aggiunto, per cinque di essi, un secondo colore. Questo secondo colore, o colore ausiliario, rientra naturalmente anch’esso nello spettro ma non è annoverato tra i sette colori principali: si tratta cioè di una tinta intermedia. Fa eccezione il Rosso-Violetto (Magenta o Porpora), colore ausiliario di Mercurio, che non è considerato colore spettrale in quanto prodotto dalla mescolanza dei due estremi dello spettro: il Violetto, con frequenza massima, e il Rosso, con frequenza minima. Ci sembra che questa funzione “mediatrice” del Rosso-Violetto ben si accordi con la natura mista di Mercurio.
Lo schema riassume le attribuzioni cromatiche dei 7 pianeti. Possiamo ancora notare che tutti i 7 colori principali dello spettro sono associati al domicilio maschile di un pianeta (cioè ad un Segno dispari) ad eccezione ovviamente della Luna che è solamente signora del Cancro, Segno femminile. (N.B. Sarebbe anche possibile utilizzare questo schema estendendolo ai pianeti transaturnini per arrivare a un sistema di 12 pianeti, come quello ipotizzato dalle ricerche di Lisa Morpurgo. In questo caso, il colore ausiliario sarebbe attribuito al pianeta considerato “ottava superiore” di ciascuno dei 7 pianeti classici: Urano ottava superiore di Saturno, Nettuno di Giove, Plutone di Marte, X-Proserpina di Venere e Y-Eolo di Mercurio. Nascerebbe però un problema con Saturno/Urano, in quanto saremmo costretti ad attribuire il Violetto a Urano, che ha il suo domicilio primario in Acquario, e il Giallo-Arancio a Saturno, che ha il suo domicilio primario in Capricorno, spezzando la perfetta equivalenza: 7 pianeti classici = 7 colori dello spettro. È una questione che merita di essere approfondita.)
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Riassumiamo tutto il nostro sistema confrontando i due cerchi seguenti: 1) il primo è il cerchio visto finora, che, rispettando l’ordine naturale dei Segni, deve disporre i colori “a salti” di 7 scatti, secondo l’intervallo di quinta; 2) il secondo cerchio mostra quello che si ottiene mantenendo invece l’ordine naturale dei colori: in questo caso sono i Segni che si dispongono “a salti” di 7 scatti (sempre intervallo di quinta), grazie allo scambio dei Segni femminili lungo i tre assi indicati.
Daniele F.